Celebrato il  9 giugno 2012 il gemellaggio fra i due  Lions Club,vicini geograficamente e per antica amicizia.SAN MARINO E RIMINI: DUE BUONI ESEMPI DA SEGUIRE

La cerimonia si è svolta nell’Aula Magna dell’Università alla presenza dell’Ambasciatore d’Italia, Giorgio Marini e del delegato del Governatore del Distretto 108 A, Vincenzo Rivizzigno.

San Marino e Rimini di nuovo insieme. Più uniti che mai. E avviati a svolgere in tandem un percorso di vita lionistica verso quel traguardo comune esplicitato nel motto: “San Marino e Rimini: due buoni esempi da seguire”.

Eh sì perché il gemellaggio fra i due services-clubs rappresentanti la più antica repubblica del mondo patrimonio dell’Unesco e la capitale del turismo europeo, rinsalda un rapporto d’amicizia e di stretta collaborazione risalente addirittura ad oltre mezzo secolo fa, quando, il 7 novembre 1959, il Lions Club San Marino otteneva l’omologazione e l’iscrizione alla “The International Association of Lions Clubs” e il 21 dicembre dello stesso anno il presidente internazionale, Clarence Sturm, apponeva la propria firma alla Charter che sanciva il distacco dal Lions Club Rimini-Riccione, sodalizio che aveva fin dal 1956 saputo coniugare il Codice di etica lionistica universalmente riconosciuto da oltre un milione e trecentomila soci lions operanti nel mondo, con i sentimenti, i più schietti e generosi, della sammarinesità così finemente espressa dal “Mito di libertà perpetua” consacrati nell’orazione di Giosuè Carducci in occasione dell’inaugurazione di Palazzo Pubblico avvenuta nel 1894.

Così, ancora una volta, come felice tradizione lionistica di casa nostra, i presidenti Emanuele Guidi e Moreno Maresi sono riusciti mirabilmente a riunire in un sol momento d’incontro, storia e letteratura (la visita a Palazzo Valloni-Belluzzi, alla Biblioteca di Stato, alla Sala delle Udienze dell’Eccellentissima Reggenza, e al Monastero di Santa Chiara con due guide d’eccezione quali la dott/ssa Laura Rossi e Catia Sciarrino, sono stati un emozionante flash-back, uno sguardo al passato remoto della millenaria storia dell’Antica Terra della Libertà capaci di allettare l’occhio e lo spirito degli autorevoli officers distrettuali e dei soci lions. Ndr), amicizia e solidarietà “… nella convinzione che la vera amicizia non esiste per i vantaggi che può offrire, ma per accettare nei benefici lo spirito che li anima”.

Parole, queste, che sono un patrimonio semantico riconducibile al lionismo internazionale, ma anche concetti e significati, quelli espressi dai presidenti Guidi e Maresi e rivolti all’autorevole uditorio, che attengono alla sensibilità di chi li proferisce e, fatto tutt’altro che secondario, di chi li ascolta. Infatti, “la parola – per dirla con il compianto don Eligio Gosti ex Rettore della Basilica del Santo Marino di cui noi ricordiamo gl’insegnamenti religiosi e di vita ricevuti – è freccia che s’infigge nel cuore. La parola è raggio di luce che illumina; getto d’acqua che disseta; carezza che innamora; campana che risuona; tromba che risveglia: la parola è mille cose. Di tutto, di più. Soprattutto la parola è: l’uomo. Senza la parola l’uomo sarebbe un bozzolo inestricabile, mentre con la parola è un partner dialogante, comunicativo, sociale”. Grande, indimenticabile don Gosti.

Ragion per cui, la cerimonia del gemellaggio, sobria nei contenuti di protocollo (un deferente pensiero è stato rivolto alle popolazioni dell’Emilia sconvolte dal terremoto) e condotta con occhio vigile e polso fermo dai due cerimonieri Marcello Bollini e Graziano Lunghi e dai segretari generali, Conrad Mularoni e Guido Zangheri, è proceduta con l’esecuzione degl’inni nazionali cui hanno fatto seguito la firma dei presidenti Emanuele Guidi e Moreno Maresi della Carta costitutiva di un gemellaggio destinato a restare stampato a lettere d’oro nella mente e nel cuore dei soci lions presenti.

Poi, come si conviene ai momenti che contano nella vita dei lions, il gemellaggio è proseguito nel corso di una serata conviviale tenutasi nella suggestiva cornice del ristorante panoramico La Terrazza che, nell’occasione, grazie anche all’elegante presenza delle gentili signore, ha assunto i colori della festa. Ad majora.

Giorgio Betti