“Turismo sostenibile, valorizzazione del territorio e dell’identità culturale: potenziali sinergie tra San Marino e la Romagna”

Il Lions Club San Marino Undistricted (presidente Emanuele Guidi) si accinge a celebrare nel corrente anno sociale un gemellaggio con il Lions Club Rimini-Riccione Host presieduto dall’avvocato Moreno Maresi. Così, nella prospettiva di consolidare non solo lo spirito lionistico e di fratellanza tra i due clubs gemellati, ma anche di sviluppare e rafforzare i rapporti di conoscenza, amicizia e collaborazione fra le rispettive comunità di appartenenza, venerdì 23 marzo presso la sala Titano del Centro Congressi Kursaal di San Marino, si è tenuto un intermeeting al quale hanno preso parte i Lions Clubs della Provincia di Rimini e quelli della Romagna. Il tema del turismo è stato prescelto in quanto di comune interesse, quindi si è prestato ad individuare possibili sinergie ed ambiti di collaborazione che possano poi tramutarsi in opportunità di service condivisi tra i clubs.

L’intermeeting è stato aperto da una conferenza pubblica alla quale erano invitati, oltre ai soci dei Lions Clubs (in particolare evidenza: Vincenzo Rivizzigno, Antonio Maggioli, Claudio Cucci, Clemente Ricci, Guido Zangheri, Graziano Lunghi, Pier Luigi Foschi, Vilfredo Marini, Franco La Rosa, Maurizio Morelli, Rosolino Martelli, Luigi Lonfernini, Conrad Mularoni, Marcello Bollini, Augusto Gatti, Daniele Cesaretti, Luigi Ceccoli, Fabrizio Castiglioni, Alessandro Barulli, Francesca Masi, Lorenzo Busignani, Niksa Simetovic, Italo Capicchioni, Aldo Arzilli, Olmar Poggiali, Roberto Morbidi, Mario Alvisi, Riccardo Balestra ecc…),  anche le Autorità locali, i portatori d’interessi e la cittadinanza. Al termine della conferenza ha fatto seguito una serata conviviale Lions nel corso della quale i partecipanti hanno potuto fornire idee e spunti attraverso un metodo di simulazione partecipativa. Fin qui le note riguardanti il convegno aperto dal Segretario di Stato alla Pubblica Istruzione della Repubblica di San Marino, Romeo Morri, al quale hanno fatto seguito gli apprezzati interventi del presidente della Provincia di Rimini, Stefano Vitali; dell’ambasciatore d’Italia a San Marino, Giorgio Marini; e del coordinatore del Dipartimento Turismo della Repubblica di San Marino: Vito Testaj. Così, in un gioco delle parti che ha trovato tutti d’accordo, a prendere la parola per prima è stata Patrizia Battilani, docente di Storia del Turismo presso l’Università di Bologna (sede di Rimini) che ha parlato di “Nuovi scenari per la progettazione dei prodotti turistici”.

Di seguito è intervenuto Enzo Finocchiaro, direttore Unità Sviluppo Sostenibile della Provincia di Rimini, che ha parlato di “Turismo sostenibile, turismo di massa… e vissero felici e contenti”.

Infine, Francesca Michelotti, già dirigente dei Musei di Stato Rsm, che ha argomentato sulle “Identità culturali a vocazione turistica”.

Argomenti, quelli trattati dagli autorevoli relatori, che hanno sollecitato nella fantasia del qualificato uditorio un irresistibile richiamo volto a fornire il proprio contributo di idee tanto da valorizzare il dibattito con gl’interventi di Edith Tamagnini (ambasciatore presso l’Unesco), Roberto Zoffoli (sindaco di Cervia), Mauro Guerra (sindaco di San Leo), Tea Giannini (preside dell’Istituto “Einaudi” di Novafeltria) e del direttore del Museo dell’Emigrante di San Marino: Patrizia Di Luca.

Al termine del convegno abbiamo chiesto ai due presidenti, Emanuele Guidi e Moreno Maresi, di sintetizzare per  noi quanto emerso dall’interessante convegno e dal successivo dibattito.

“Il turismo è sinonimo di libertà, di ospitalità, di amore per i luoghi, per la loro storia fatta di uomini, di tradizioni e di cultura. Da ciò deriva la forte vocazione turistica che le comunità di Rimini e San Marino possono vantare da tempo, autentiche realtà pionieristiche in tale settore. Il turismo sammarinese – continua Guidi – è iniziato sin dal diciottesimo secolo grazie a una cerchia ristretta ed elitaria di visitatori, normalmente molto acculturati che si avventuravano tra mille difficoltà, vista l’allora precarietà delle vie di comunicazione e dei mezzi di trasporto sino alle pendici del Monte Titano. Potremmo definire queste prime visite quasi dei pellegrinaggi alla culla della libertà. San Marino si è dunque conquistata un posto privilegiato nell’immaginario collettivo, così nel tempo le presenze turistiche si sono andate consolidando sino ad arrivare a trecentomila visitatori nel 1952. Tali flussi sono poi cresciuti in modo esponenziale nei decenni successivi passando alle quasi duemilioniseicentomila presenze nel 1973, fino a diventare tremilionitrecentomila nei primi anni Novanta. Quindi, il turismo sammarinese si è trasformato da processo elitario a fenomeno di massa. A ciò ha fortemente e sostanzialmente contribuito il turismo balneare, di cui Rimini è stata l’antesignana in Italia e nel mondo. Per cui San Marino via via è diventata non la meta principale, ma subordinata dei flussi turistici. Ciò ha comportato due effetti: 1) Da un lato l’affievolirsi della sua identità e capacità di attrazione come destinazione di un turismo vocazionale autonomo. 2) l’affermarsi di un turismo mordi e fuggi che ha impattato in maniera significativa il nostro contesto urbano, sociale e culturale, trasformando progressivamente il suo centro storico da città-stato a città-cartolina”.

Ragion per cui il modello turistico sammarinese, al pari di quello rivierasco, è progressivamente entrato in crisi…

“Proprio così. I flussi turistici a San Marino dal 1995 al 2006 sono diminuiti del 16% (2.538.000 – 2.136.000). Ancora più significativi sono i dati sulle permanenze, i visitatori che si trattengono almeno una notte a San Marino sono solo il 2,5% rispetto al 23% del Principato di Monaco ed al 28% di Andorra. La sosta dei turisti a San Marino si aggira intorno ai centocinquanta minuti. Un modello  turistico, dunque, che ha un forte impatto ambientale ed un basso ritorno economico, che peggiora la qualità della vita dei residenti e lascia poche emozioni positive nei visitatori. Di questo se ne è resa conto per prima Rimini, soprattutto dopo il fenomeno della proliferazione delle alghe, e da allora ha decisamente cambiato direzione orientandosi con decisione verso un turismo sostenibile: cioè un turismo attento alla identità dei luoghi, alla conservazione dell’ambiente, al benessere della popolazione locale”.

Tuttavia, San Marino, nonostante il recente riconoscimento dell’Unesco, non ha ancora delineato una sua strategia precisa, tesa a riaffermare la propria identità ed autenticità turistica…

“Condivido pienamente. Il successo non è conseguibile solo con un maquillage del contesto urbano, seppur necessario, in quanto il patrimonio più grande che San Marino possiede, e per il quale è stato dichiarato “Patrimonio dell’Umanità”, è di tipo immateriale (storia, tradizioni, cultura, istituzioni democratiche ecc…). Infatti questo convegno che ha trovato piena condivisione da parte del mio omologo Moreno Maresi, vuole da un lato incoraggiare le due comunità a riaffermare le proprie peculiari identità e vocazionalità turistiche, in modo tale che ciascuna possa divenire meta attrattiva per specifiche tipologie. Dall’altro lato, sviluppare e potenziare le complementarietà delle rispettive offerte, in modo da affermarsi come distretto unico, ma differenziato, nel quale gli ospiti possano in un’area compresa tra la Riviera di Romagna, il Montefeltro e la Repubblica di San Marino, godere di emozioni ed opportunità uniche”.

Fin qui i due presidenti, Guidi e Maresi, in perfetta simbiosi e unità d’intenti volti al raggiungimento di sempre più alti traguardi in ambito lionistico, sociale e culturale. Proprio ciò che indica il Codice di Etica del Lions International fin dal lontano 1917, quando Melvin Jones, un lungimirante uomo d’affari di Chicago, diede vita a quella che oggi, con i suoi circa 1.350.000 soci, è diventata la più grande e numerosa associazione mondiale di services-clubs presenti in ben 206 paesi e con un seggio all’Onu. Ed ora sotto con il prossimo gemellaggio fra Rimini e San Marino. Un rapporto d’amicizia e di collaborazione nato nel 1956, anno di fondazione del Lions Club Rimini-Riccione-San Marino e scioltosi tre anni dopo (nel 1959-’60, San Marino si distaccò dal Rimini-Riccione per dare vita al proprio attuale Undistricted, ndr) ma che continua tuttora grazie alla sensibile opera svolta in tutti questi anni da chi si è via via avvicendato alla guida dei rispettivi services-clubs.

Così, dopo la celebrazione della Charter Night dei Cinquant’anni tenutasi l’anno passato sotto la presidenza di Daniele Cesaretti, cui ha fatto seguito il gemellaggio con il Lions Club Bologna Irnerio allora diretto da Gabriele Linguerri ed ora presieduto da un cittadino sammarinese doc, Giuseppe Maria Della Balda, San Marino e Rimini uniti indissolubilmente da quel cordone ombelicale ch’è la superstrada che dal mare conduce fin sul Monte Titano, tornano a parlarsi e a condividere gli stessi interessi grazie alla preziosa opera di promozione svolta da due uomini di grande prestigio professionale e di innata sensibilità umana: Emanuele Guidi e Moreno Maresi. Ad majora.

Giorgio Betti